Antonio Capotosto
L’ultima partita senza subire reti di quella striscia che sette giorni dopo ha portato al record d’imbattibilità. Nella storia del Diavolo verrà ricordata così Lazio-Milan del 20 febbraio 1994. Negli archivi biancocelesti invece come l’ultima sconfitta casalinga di Dino Zoff da tecnico capitolino: nei minuti di recupero della prima frazione Daniele Massaro infilava Marchegiani e regalava il sedicesimo successo ai rossoneri, con la Juventus (1-1 nella stracittadina) affiancata sulla piazza d’onore dalla Sampdoria. La stagione che ha preceduto il Mondiale d’oltreoceano ha scritto l’explicit dei 2 punti a vittoria, introducendo inoltre la pay tv nel campionato italiano. L’annata del 14° scudetto milanista, ovvero del ‘sorpasso’ sull’Inter. Dei quattro conquistati dal tecnico goriziano, quello con il minor numero di realizzazioni, trentasei: nei tornei a girone unico, nessuna squadra campione ha segnato di meno. Ma una difesa d’acciaio con quindici gol al passivo, il miglior reparto arretrato nei campionati a 18 e 20 squadre. Il terzo tricolore consecutivo è stato il primo dell’era Berlusconi senza Evani e gli olandesi: in realtà Marco Van Basten figurava in rosa, ma non scenderà più in campo dopo la sfortunata finale di Champions di nove mesi prima. Era la seconda e ultima annata a Milanello di Jean-Pierre Papin, la prima invece di Christian Panucci.
La Lazio concludeva il campionato 1993-’94 al quarto posto, nella stagione che ha riaccolto i biancocelesti in Europa dopo sedici anni: per la prima volta nella sua storia, il club capitolino conquistava consecutivamente il pass per una competizione continentale (senza considerare quelle coppe non più presenti come ad esempio la Mitropa). Con la conquista della quarta Champions, nel ’94 il Milan ha celebrato il secondo double scudetto/coppa europea (e sollevato anche la Supercoppa nazionale).