Inside: Z di Zlatan

Posted By on Mar 10, 2016 | 0 comments


di Alessandro Paparella

 

Z di Zlatan. Il marchio indelebile impresso dallo svedese sul passaggio del turno del Paris Saint Germain ai quarti di finale di Champions League ai danni del Chelsea. Ibra ce l’ha fatta. Sta smentendo le storiche voci sulla sua poca incisività nelle partite che contano in Europa.

Un tallone d’Achille che affonda le sue radici negli anni alla Juventus e all’Inter e che ha dato via a una tradizione mai venuta meno neanche a Barcellona e nel suo ritorno a Milano, sponda rossonera. 1396993839_extras_noticia_foton_7_0Ibra e la Champions League, un rapporto di amore/odio. Eppure fu la Champions a mostrare all’Europa intera il talento di Zlatan con la maglia dell’Ajax, ma è anche l’unico trofeo importante che manca al suo straordinario palmares. Qualche gol in verità lo ha anche segnato con Barca e Milan, ma non si è mai avuta davvero la sensazione che fosse lui il padrone del doppio confronto.

Stavolta si.

Ibra aveva il dente avvelenato con il Chelsea dalla scorsa stagione, quando a Stamford Bridge nella partita di ritorno fu espulso in maniera un po’ severa, con dieci undicesimi dei Blues che accerchiarono l’arbitro invocandone il rosso. Ibra se lo è sicuramente ricordato. Già nella partita di andata si era presentato in condizioni fisiche spaventose, aveva lottato su ogni pallone e segnato il gol dell’1-0, anche se con l’aiuto di una deviazione. Al ritorno l’apoteosi: regala a Rabiot un assist solo da spingere in rete a porta vuota e segna personalmente la rete del 2-1 che sancisce la qualificazione del PSG ai quarti di finale. Un gol d’autore, una magia, un tiro di potenza? No, un semplice tap-in a porta vuota su assist di Di Maria. Ma è più che sufficiente per essere decisivo e, finalmente, per sovvertire un’aura di negatività che si portava appresso da troppo tempo. L’Europa è avvisata, quest’anno chi vorrà alzare la Coppa dalle grandi orecchie dovrà fare i conti con Zlatan.

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