di Gianluca Guarnieri
Le similitudini tra l’attuale stagione di Edin Dzeko e quella di Roberto Pruzzo, nel 1985-86…
La maglia numero 9, una più ricche di simbologia nel mondo del calcio. Insieme alla leggendaria numero 10 e alla 1 (quella del portiere, ora un pò messa da parte…) il numero più ambito dai ragazzini, affascinati dai bomber, dagli uomini goal, spietati esecutori in campo, veri killer delle aree di rigore. Il numero 9 ha accomunato tanti cannonieri, in particolare nel “mondo Roma”, con stoccatori micidiali come Da Costa, Manfredini, Prati, Voeller, Balbo, Montella, e con il centravanti romanista per antonomasia, ovvero Roberto Pruzzo. Erede attuale di “O Rey di Crocefieschi” è Edin Dzeko (nonostante le critiche del tre volte capocannoniere giallorosso degli anni ’80…) e paradossalmente i due hanno vissuto un momento simile in carriera, ricorrente per chi è chiamato a vivere di goal, ovvero quello dell’astinenza.
Capitò a Pruzzo nella stagione 1985-86, dove il goleador baffuto riuscì a segnare solo due reti nel girone d’andata, di cui una su rigore, con l’ex genoano che andò in goal alla prima giornata in casa dell’Atalanta (nel successo per 2-1 in casa dei neroazzurri) e nella sconfitta a Torino contro la Juve per 3-1, dove la segnatura della bandiera toccò a Pruzzo, battendo il portiere bianconero Tacconi dal dischetto. Poi un lungo digiuno interrotto mesi dopo, in un gelido inverno, alla 16esima giornata, ancora contro l’Atalanta. Di lì poi, una cavalcata formidabile con ben 17 centri nel girone di ritorno e la terza vittora quale capocannoniere con 19 goal. Reti che portarono ad una rimonta indimenticabile, interrotta solo dalla sciagurata sconfitta interna con il Lecce, ed un secondo posto, e poi la vittoria in Coppa Italia. Una storia che può trovare delle similitudini con l’attuale prima punta romanista, con solo 3 reti in campionato nel girone d’andata (due su rigore oltretutto…) e un risveglio nel giro dell’ultimo mese, con 4 goal. Il tempo non manca al bosniaco di poter rimpinguare il proprio bottino personale, ora a 7 reti, visto che alla fine del campionato mancano 2 mesi giusti, per la felicità dei tifosi e di Spalletti. Tifosi che affollarono l’aeroporto di Fiumicino per accogliere trionfalmente, nello scorso agosto, l’ex Manchester City, uno che ha vinto in carriera la Bundesliga con il Wolfsburg e 2 Premiership con i “Citizens”. Le cose possono ripetersi nella vita e magari concludersi in maniera positiva. A Dzeko le possibilità non mancano…